Colestasi gravidica

Dall'autore: ci siamo passati! Comprendiamo la gravidanza e la genitorialità perché abbiamo un team di redattori, scrittori e consulenti che sono loro stessi genitori. E poiché sappiamo che la gravidanza può sollevare molte domande, siamo qui per te! Non esitare a lasciare un commento o contattarci se hai qualcosa che vorresti sapere.

GravidanzaDisturbi in gravidanza › Colestasi gravidica
Aggiornato il: [lmt-post-modified-info]
Di Gravidanza360

Il prurito è un sintomo molto comune in gravidanza. Si pensa che sia generalmente dovuto ad un innalzamento dei livelli di alcune sostanze chimiche nel sangue, come gli ormoni. Inoltre, col crescere della pancia la pelle della zona addominale viene sempre più stirata, con la conseguente possibilità che produca anche una fonte di prurito. Ma, in alcuni casi il prurito può essere un sintomo della Colestasi Intraepatica Gravidica (CIG) una patologia conosciuta anche coi nomi di itterizia della gravidanza, di colestasi intraepatica della gravidanza, di colestasi gravidica e di colestasi ostetrica. In inglese viene chiamata Intrahepatic Cholestasis of Pregnancy – ICP.

La colestasi intraepatica gravidica (CIG)

La colestasi intraepatica gravidica è una malattia del fegato, potenzialmente grave, che può svilupparsi durante una gravidanza. Si tratta di una patologia epatica che necessita dell’attenzione del medico.

Gli acidi biliari scorrono dal fegato all’intestino per coadiuvare la digestione dei cibi. Nella colestasi intraepatica gravidica invece, gli acidi biliari non vengono incanalati correttamente, e si accumulano nell’organismo.

Non esiste al momento una cura per la colestasi intraepatica gravidica. Questa condizione dovrebbe tuttavia sparire una volta partorito.

Sembra avere una base ereditaria, ma si può verificare anche in assenza di parenti con questa malattia.

È una malattia che è più comune tra le donne di origine sudamericana, indiana o pakistana. In Inghilterra colpisce una donna incinta su 140.

Se hai già avuto la colestasi intraepatica gravidica in una gravidanza precedente, è probabile che la svilupperai anche in una gravidanza successiva.

Alcuni studi hanno evidenziato che i bambini le cui mamme hanno avuto la colestasi intraepatica gravidica in gravidanza, hanno una probabilità maggiore di nascere prematuramente o di nascere morti.

Una  recente ricerca ha evidenziato che i rischi di nascita di un bambino morto,

  • nelle donne i cui acidi biliari sono più alti di 40µmol/L. sono nella proporzione di 1-2 su 100.
  • mentre quando i livelli salgono a 80µmol/L, aumentano a 4-5 su 100.

A causa del collegamento appena evidenziato, potrebbe venire consigliata alla gestante l’induzione del travaglio a circa 37-38 settimane.

Quando il disturbo è particolarmente grave – con gli acidi biliari più alti di 40µmol/L – alcuni specialisti consigliano un’induzione precoce.

Se dovessi avere la colestasi intraepatica gravidica, ti verrà probabilmente consigliato di partorire in ospedale sotto il controllo dei professionisti più adatti.

I sintomi della colestasi intraepatica gravidica

Il sintomo principale della colestasi intraepatica gravidica è proprio il prurito, senza necessariamente avere anche un eritema. In molte donne colpite da questo disturbo, il prurito,

  • si manifesta, più forte sulle mani e sui piedi,
  • ma può colpire anche ogni altra zona del corpo,
  • peggiora di notte.

Altri sintomi meno comuni di questa patologia sono,

  • un’urina scura,
  • le feci pallide,
  • la pelle e le cornee gialle.

Questi sintomi compaiono solitamente attorno alla trentesima settimane di gravidanza, ma è possibile che si presentino anche a partire dall’ottava settimana.

Informa il medico o l’ostetrica se avverti un prurito che ti causi disagio in qualunque parte del corpo (specialmente nelle mani e nei piedi), e se questo peggiora di notte: e ciò perché in questi casi il prurito potrebbe rappresentare un segnale di una colestasi intraepatica gravidica, e quindi è necessaria una visita.

Cosa fare nel caso di un prurito leggero

Il fatto di indossare abiti comodi può aiutare a prevenire il prurito, perché così facendo è meno probabile che i vestiti sfreghino sulla pelle causando irritazioni.

È bene anche evitare di indossare capi fatti con dei materiali sintetici, ed è preferibile scegliere degli indumenti di cotone. Questi sono più traspiranti e permettono una circolazione maggiore dell’aria vicino alla pelle.

In alcuni casi, un bagno fresco o l’applicazione di una crema idratante possono servire a calmare il prurito.

Ad alcune donne i prodotti molto profumati possono irritare la pelle, quindi per queste è preferibile che scelgano i saponi senza fragranze.

Se leggero, il prurito di solito non arreca nessun danno al bambino, ma potrebbe essere un segnale di una condizione più seria, in particolare se diventa peggiore di sera o di notte.

Informa il tuo medico o l’ostetrica dei tuoi sintomi, in modo che questi possano decidere se siano necessarie delle visite più approfondite.

La diagnosi e il trattamento della CIG

La colestasi intraepatica gravidica viene diagnosticata escludendo tutte le possibili altre cause di prurito.

Il medico probabilmente chiederà informazioni sulla tua storia medica e familiare e prescriverà una serie di esami.

Questi comprenderanno dei test per verificare lo stato di salute del fegato e misurare i livelli di acidi biliari.

Il suo monitoraggio nel tempo

Se ti viene diagnosticata la colestasi intraepatica gravidica, ti verranno fatti regolarmente degli esami per verificare la  tua funzionalità epatica, in modo che il medico possa monitorare la condizione nel tempo.

Non ci sono linee guida concordate circa quanto spesso questi test debbano essere eseguiti, ma il Royal College of Obstetricians and Gynecologists (RCOG) ed il British Liver Trust consigliano di fare esami settimanalmente.

Il più grande gruppo di ricerca del Regno Unito che fa della ricerca sulla colestasi intraepatica gravidica raccomanda anche di misurare settimanalmente gli acidi biliari.

Queste informazioni aiutano i medici a valutare qual’é il momento più adatto per indurre la nascita del bambino.

Se i valori relativi al fegato e agli acidi biliari sono normali e, nonostante ciò dovessi continuare ad avvertire un forte prurito, è bene che tu faccia degli esami del sangue ogni settimana o due, in modo da tenere i valori sotto controllo.

Le creme ed i farmaci per la CIG

Le pomate, come le creme a base acquosa con mentolo, sono delle sostanze sicure, da poter usare anche in gravidanza, e possono dare sollievo dal prurito.

Esistono inoltre alcuni farmaci, come l’acido ursodesossicolico, i quali aiutano a ridurre gli acidi biliari ,e quindi anche ad alleviare il prurito.

L’acido ursodesossicolico è considerato sicuro anche in gravidanza, anche se viene prescritto in base al cosiddetto “consenso informato” in quanto non è stato ancora adeguatamente testato sulle donne incinte.

Per far diminuire i sintomi  di questa condizione potrebbe anche venirti prescritto un supplemento di vitamina K. Ciò in quanto la colestasi intraepatica gravidica può influenzare l’assorbimento della vitamina K da parte dell’organismo, vitamina che è importante per la corretta coagulazione del sangue.

La maggior parte degli specialisti nella colestasi intraepatica gravidica, prescrive esclusivamente la vitamina K nel caso in cui, la futura madre

  • riferisca di feci pallide,
  • abbia un problema noto di coagulazione del sangue,
  • abbia una colestasi intraepatica gravidica molto grave sin dalle prime fasi della gravidanza.

In ogni caso, se  ti viene diagnosticata lacolestasi intraepatica gravidica, l’ostetrica e il medico discuteranno con te sia della tua salute, sia circa le varie opzioni di trattamento disponibili.

Leggi anche:

Lascia un commento